giovedì 9 maggio 2013

Telepatia: due topi comunicano a distanza

 

Un’équipe di scienziati è riuscita a far comunicare telepaticamente due ratti, connessi a distanza tra loro grazie a microelettrodi inseriti nel cervello


Telepatia: due topi comunicano a distanzaTelepatia: due topi comunicano a distanza
 
L’esperimento ha dell’incredibile, e in pochi minuti la notizia ha fatto il giro del mondo: un’équipe di scienziati è riuscita a far comunicare telepaticamente due ratti, connessi a distanza tra loro grazie a microelettrodi inseriti nel cervello.
Le informazioni che gli animali si sono trasmesse, da una gabbia all’altra (alla Duke University, North Carolina, e nel Centro di neuroscienze di Natal, in Brasile), riguardavano le istruzioni per azionare una leva e ottenere acqua. Il test è stato condotto in questo modo: al ratto americano, indicato come encoder, è stato insegnato a premere un tasto nel momento in cui si accendeva una luce, per ricevere un po’ d’acqua; la sua attività cerebrale veniva registrata, tramite elettrodi impiantati nell’area che processa le informazioni tattili, e poi inviata al ratto brasiliano, il decoder, sotto forma di stimolazione elettrica.
Risultato: il secondo animale, che si trovava in una gabbietta simile (ma non aveva ricevuto alcun addestramento) è stato in grado di premere la leva sette volte su dieci per ottenere l’acqua.
In un certo senso, riceveva le informazioni giuste dai «pensieri» del primo ratto. "Il risultato non è stato immediato, abbiamo impiegato circa 45 giorni di training, poi c’è stato un momento in cui è avvenuto il click" ha raccontato Miguel Nicolelis della Duke University. "Improvvisamente il secondo ratto si è detto: “Ehi, la soluzione è dentro la mia testa!” e ha risolto il problema".
Quando il secondo animale, il decoder, ha premuto la leva giusta, il primo, l’encoder, ha ricevuto una ricompensa extra. Ciò ha fatto sì che i suoi segnali cerebrali diventassero più chiari, migliorando la loro decodifica da parte del secondo ratto.I ricercatori vogliono ora tentare di collegare tra loro migliaia di neuroni, registrandone l’attività elettrica, sempre usando animali per risolvere problemi complessi. L’importanza di questo primo esperimento è notevole: è probabilmente il primo passo verso la realizzazione di un megacomputer organico, resa possibile mettendo in rete più cervelli. «Potremo avere il modo di scambiare informazioni tra milioni di individui, semplicemete pensando. Credo che in qualche decade potremo comunicare in questo modo, magari usando tecniche meno invasive degli elettrodi» ha azzardato Nicolelis.

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