domenica 24 febbraio 2013

Microchip nel cervello - Privacy a rischio



Comunicare con la trasmissione del pensiero, controllare un essere umano attraverso l’alterazione e la manipolazione della sua mente è un’aspirazione antica, praticata soprattutto in Oriente. Sembrava che la via per raggiungere l’obiettivo fosse stata aperta prima nella Russia staliniana degli anni Trenta poi, dopo la guerra di Corea, quando i reduci dai campi di prigionia cinesi mostrarono strani comportamenti, battezzati “brainwashing” (lavaggio del cervello) dal funzionario della CIA Edward Hunter.
Ma se i tentativi di controllo del cervello umano rappresentano il passato, in tempo di “information container”, la raccolta continua e incessante di dati per il futuro è affidata allo sviluppo delle tecnologie a radiofrequenze (RFId – Radio Frequency Identification), applicabili all’essere umano e fruibili per ottenere informazioni utili in tempo reale. Sviluppando questo metodo, si potrebbe arrivare molto più lontano, soprattutto utilizzando la tecnologia delle frequenze elettromagnetiche del corpo umano.
Un futuro che, non molto vicino ma neppure troppo lontano, consentirà un flusso infinito di informazioni in tempo reale: addirittura la lettura del pensiero. è la prospettiva del terzo millennio, con un problema però: garantire la sicurezza delle informazioni e della loro trasmissione via etere preservando, nello stesso tempo, la privacy e l’integrità delle informazioni stesse.


Gnosis - rivista italiana di intelligence.
Agenzia informazioni e sicurezza interna - Presidenza del Consiglio della Repubblica Italiana



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